Abbiamo visto tutti le immagini dell'esplosione al traguardo, che i tg del mondo ben pensano di riproporre ad un pubblico quasi anestetizzato dalla violenza e dall'orrore, per cui non mi dilungherò oltre. Basta sintonizzarsi sul primo telegiornale disponibile.
Boston è una città bellissima, così diversa da New York (che è un mondo a sé, diciamolo pure) e dal resto dell'America. È un ponte tra la Vecchia Europa e il Nuovo Mondo. E sapere, vedere che è stata colpita in pieno centro, in quelle strade per cui anche io ho passeggiato qualche anno fa è stata un'esperienza straniante. Per questo motivo ho deciso di far slittare il post di oggi e di buttare giù queste righe. È molto diverso vedere un luogo dopo che vi è stato un evento luttuoso dal sapere che un evento luttuoso è avvenuto in un luogo che si conosce già. Non dimenticherò mai l'impatto che ebbe su di me Ground Zero otto anni dopo, né la sensazione che ebbi camminando per Atocha alla ricerca degli orari del treno per Toledo. Ma vedere le scene dell'attentato alla metro di Londra o quelle della bomba che ieri sera è esplosa al traguardo della Maratona è ben diverso. Anche se per poco, il tempo di una vacanza, ho vissuto in quella città, sono stata a Boston, ho respirato la sua aria, camminato per le sue strade, visitato il suo Acquario e goduto della bellezza dei viali arruginiti dell'inizio di Ottobre. In un certo senso, è come se avessero colpito una parte di me e dei miei ricordi.
Mettere insieme due parole senza sembrare scontata, banale e per molti fuori luogo in uno spazio che parla di cose frivole come la bellezza e i cosmetici, non è facile. Eppure non me la sento di restare muta, di chinare la testa e di lasciar scorrere via questi momenti. Non è giusto.
Una città è stata colpita durante una manifestazione sportiva.
Una bella città. Una nobile città. Una tranquilla e assonnata città, che sembra lo scenario perfetto per ambientare una storia dell'orrore tanto cara a Lovecraft, o un giallo rassicurante di quelli che risolve la signora Jessica Fletcher.
Una città dove l'orrore di due bombe è esploso durante un lunedì di festa.
Un minuto di silenzio per Boston.
Un minuto di rispetto per chi non c'è più e per chi deve continuare ad andare avanti.
Terribile, un attacco del genere è sempre da condannare, ancor di più se fatto durante un evento così allegro e spensierato... Lo sport è una cosa che unisce e fa dimenticare i problemi della vita!
ReplyDeleteNon c'è molto da dire, ma le tue parole mi hanno colpita.
ReplyDeleteE' un sentimento che purtroppo conosco e condivido, ma che non avrei saputo esprimere meglio di così.