Lunedì 11 marzo è entrato in vigore il divieto totale, in tutto il territorio comunitario, di testare e commercializzare ingredienti e prodotti cosmetici sperimentati su cavie. È il punto di arrivo di un percorso che inizia vent'anni fa, che tra divieti e restrizioni graduali, giunge alla meta tanto agognata dagli animalisti. Perché toglietevi dalla testa che gli animalisti siano di necessità vegetariani oltranzisti (e anche un po' pedanti) ed integerrimi. Esistono varie sfaccettature del fenomeno e della questione: io, ad esempio, non mangio la carne, mentre il pesce sì, e ho amiche che hanno abolito dalla loro dieta latte e uova e loro derivati, e si può benissimo mangiare carne, consci di ciò che si sta facendo, ma essere contrari ai test sulle cavie.
Vediamo di cosa si tratta: già dal Marzo 2009 nessun ingrediente dei cosmetici può essere testato su animali in Ue ed è vietato commercializzare nel territorio comunitario prodotti che contengono ingredienti testati su animali al di fuori dell’Europa comunitaria. C'erano, però, delle eccezioni, ossia cinque test fortemente invasivi:*tossicità per uso ripetuto;
*sensibilizzazione cutanea;
*cancerogenicità;
*tossicità riproduttiva;
*tossicocinetica.
Chiariamo una cosa: gli animalisti non sono persone che vivono in un mondo tutto loro, né sono degli incoscienti che non si preoccupano della tossicità di alcuni ingredienti. Anzi. Qui non si sta parlando di abolire la sperimentazione, ma di abolire l'uso di cavie animali per testare la tossicità di un rossetto, di un fondotinta o di uno smalto.
"I test sostitutivi in ambito cosmetico sono già ampiamente diffusi, tra i più noti quelli in vitro, risultati più affidabili, sicuri, economici e veloci - spiega Michela Kuan, responsabile LAV Vivisezione - Questo è un chiaro segnale di come le leggi possano influenzare anche il mondo dell’industria veicolando le risorse in cui investire. E’, quindi, fondamentale che il nuovo Parlamento preveda subito ulteriori tappe per far applicare tutti i metodi sostituivi già disponibili, e sostenere la ricerca di altri in tutti gli altri settori di sperimentazione sugli animali”.I prodotti Cruelty Free esistono. Da tempo. Ed è possibile essere belle e curate senza andare di necessità in erboristeria. Questo non è un blog propriamente Cruelty Free, nel senso che lo è nello spirito (tantissimo), ma poco nei fatti. Lo spirito è forte, ma la carne, ahimé, è debole. Pure troppo. E non sono il tipo che si mette ad evangelizzare il prossimo guardando le pagliuzze nel suo occhio, senza accorgersi della trave che sporge dal proprio.
Per chi fosse interessato ad approfondire l'argomento, segnalo il sito della LAV.
In alto i calici! E speriamo che l'incubo sia davvero finito.
Acque pacate e dolci risate finché non ci rincontreremo
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